“Diversità e convivenza. Le conseguenze culturali delle migrazioni”. Intervista all’autore Stefano Allievi

Diversità e convivenza, il nuovo saggio del sociologo Stefano Allievi che analizza migrazioni e conseguenze

di Francesca Visentin – dal Corriere della Sera – Corriere del Veneto, 8 aprile 2025

Il docente ed editorialista: «Va ripensato il modo tradizionale di vedere la società, il mondo e la vita»

Siamo nomadi in un universo mobile. E i flussi sempre maggiori di immigrati significano cambiamento delle società e del mondo, da accettare e riconoscere. Attorno a queste considerazioni si snoda il nuovo saggio di Stefano Allievi Diversità e convivenza. Le conseguenze culturali delle migrazioni (Laterza, 172 pagine, 18 euro).

Quale le implicazioni delle migrazioni? Che scenario si apre? Quali le difficoltà e le soluzioni?

Temi che cerca di sviscerare Stefano Allievi, professore di Sociologia e direttore del Master in Religions, Politics and Global Society all’Università di Padova, Da 40 anni studia, approfondisce, scrive di migrazioni e di immigrati e immigrate come persone, di difficoltà, bisogni, reazioni alla loro presenza.

Quarant’anni di cambiamenti enormi, che rendono sempre più necessario indagare la pluralità culturale, religiosa, identitaria. Perché riflettere sulle migrazioni serve a capire dove stiamo andando. Tenuto conto che «viviamo in un universo mobile». E «la mobilità è nel nostro istinto, da quando nasciamo non ci fermiamo più».


Allievi, il focus di questo nuovo saggio?

«Ho voluto andare molto oltre l’attualità, collegando aspetti diversi. Per capire bene un fenomeno bisogna allontanarsi, osservarlo da lontano. Noi spesso non ne capiamo niente perché guardiamo solo un pezzetto. Le semplificazioni diffuse servono a non pensare: avere o inventarsi un nemico funziona, è una forma di controllo pilotata dal potere, porta consenso nel breve periodo ma è devastante per la civiltà».

Nel libro le migrazioni oltre che dal punto di vista sociologico sono analizzate tra biologia, evoluzionismo, religione, spiritualità, filosofia, antropologia, diritto, letteratura. Pascal diceva: immobilità e stasi sono la morte. Whitman: io sono moltitudine. La pluralità nello sguardo aiuta?

«La vita è mobilità. E siamo una specie che da quando è scesa dagli alberi ha iniziato a camminare. La pluralità anche culturale e la biodiversità sono un vantaggio evolutivo».

Il conflitto generato dalla pluralità e tanto caro agli autoritarismi non va temuto?

«Il conflitto non va temuto. Pensiamo alle famiglie e alle coppie, la diversità è necessaria e possiamo gestirla confrontandoci, anche litigando, ma arrivando a qualcosa. Il confronto tra diversità è il motore del mondo, evita la guerra».

Lo scenario futuro?

«Saremo sempre più mobili».

L’attuale «strategia» dei dazi dove porterà?

«I dazi hanno la stessa logica dei muri. La metafora è uguale: nessuno entra e nessuno esce. Con i dazi ci stiamo accorgendo che non sono un vantaggio per nessuno, produrranno recessione. Dovremmo accorgerci che anche i muri non sono un vantaggio. L’autarchismo porta vita breve e infelice».

L’Islam visto dall’Europa come elemento conflittuale non è immagine realistica?

«L’Islam viene rappresentato come esempio estremo di diversità. Ma andando a ritroso nella storia, studiando, ci accorgiamo che non è così, dalla scienza alla medicina sono varie le radici comuni, pure il Corano ha riferimenti a simboli della religione cristiana. Una curiosità? Perfino la chitarra elettrica utilizzata nel rock ha origine dal mondo arabo, deriva dall’oud, strumento che si trova in Iran e in altri Paesi del Medioriente».

Il collegamento tra mobilità delle persone e pluralità sociale e culturale?

«La mobilità è la premessa di una pluralità culturale inedita, concretamente a disposizione di ogni persona. Non siamo consapevoli di quanto questo ci sta cambiando e sta cambiando le premesse del nostro essere sociali, del nostro pensarci, del nostro vivere. Il libro cerca un avvicinamento progressivo ai processi in corso per metafore evocative e elementi esperienziali. tentando di porre domande, prima di pretendere di dare risposte e cercando di accompagnare in un viaggio che consente anche di maturare punti di vista differenti».

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