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Andata e ritorno : Spirito del Photo Contest 2025


Andata e ritorno


C’è un momento, nell’andare, in cui il cuore non è ancora partito ma già sente la nostalgia. E c’è un attimo, nel tornare, in cui lo sguardo è ancora rivolto all’orizzonte appena lasciato, come se volesse trattenerlo un po’ più a lungo. Andare e tornare non sono mai soltanto spostamenti: sono gesti dell’anima, aperture e chiusure, tensioni e ritorni. Come il respiro.

La poesia di Nazim Hikmet, “Il più bello dei mari, ci parla dell’andare come desiderio, del futuro come promessa, del sogno come patria. Il mare più bello è quello che non abbiamo navigato, non perché gli altri non lo siano stati, ma perché quello è ancora da vivere, da scoprire, da immaginare. È la spinta dell’andare che ci muove, che ci porta via da ciò che è già noto. Eppure, in quella spinta, già vibra la nostalgia del ritorno, perché solo tornando possiamo misurare la distanza percorsa dentro di noi.

Nel viaggio, ogni andata è una domanda aperta. Ogni ritorno è una risposta incompleta, ma preziosa. L’andare ci svuota per fare spazio, il tornare ci riempie di senso. Si parte per cercare, si torna per custodire. E spesso si riparte, proprio perché ciò che abbiamo vissuto non basta più a contenerci.

Forse è in questo continuo moto — tra ciò che è stato e ciò che sarà — che si gioca la bellezza del vivere. Non nel possesso, ma nell’attesa; non nel già detto, ma in ciò che resta da dire. Come scrive Hikmet: “E quello che vorrei dirti di più bello, non te l’ho ancora detto.”

Il viaggio più vero, allora, non è quello che compiamo fuori di noi, ma quello che ci attraversa ogni volta che scegliamo di andare — e ogni volta che troviamo il coraggio di tornare.

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